Risparmio energetico, un’opportunità per nuovi modelli di vita e di sviluppo
Tra pochi mesi si svolgerà a Parigi la Conferenza delle Parti (COP21) con l’obiettivo di raggiungere un accordo universale sul clima e di definire gli impegni dopo il 2020 per raggiungere l’obiettivo di mantenere sotto i 2 gradi il riscaldamento globale. Condividiamo le riflessioni che Willer Bordon, imprenditore e Ministro dell’Ambiente recentemente scomparso, ha scritto in un articolo pubblicato sull’inserto dedicato all’energia di “Specchio economico”, come spunto di riflessione in vista di questo importante appuntamento.
Le considerazioni di Willer Bordon partono da una da una buona notizia: nel 2014 le emissioni di Co2 sono rimaste stabili rispetto ai dati dell’anno precedente. Ma negli ultimi 18 anni (dal 1997, anno in cui è stato siglato il Protocollo di Kyoto, ad oggi), questo non è l’unico caso in cui si siano registrate diminuzioni delle emissioni di gas serra. Certamente, però, rispetto al passato, in cui ciò era determinato dalla crisi economica (primi anni ’80, crisi del 1992 e del 2009), questa volta la causa è da ricondurre ad altri fattori. Infatti, nel 2013 si è registrato un aumento del Pil mondiale pari al 3,3% secondo le stime del FMI, mentre le emissioni di Co2 sono rimaste invariate.
Una buona notizia, quindi, che trovano spiegazione in due elementi chiave: nel 2014 gli Stati Uniti hanno diminuito l’impiego del carbone dell’1,8% rispetto al 2013, mentre la Cina, che consuma la metà del carbone mondiale, del 3,4%, a parità di domanda di energia.
Oltre ad applaudire a questo risultato per i benefici sull’ambiente e sulla salute, possiamo e dobbiamo guardare a questo risultato anche come opportunità per creare nuovi modelli di vita e nuove opportunità di business e di sviluppo dell’occupazione.
Ma le riflessioni di Bordon si spingono oltre e partono dall’evento più importante che in questi mesi di sta svolgendo in Italia, Expo 2015, che non a caso ha come tema “Nutrire il pianeta e l’energia per la vita”. Non si può non considerare, in questo ragionamento sull’abbattimento delle emissioni di Co2, che anche lo spreco alimentare e le 10-20 tonnellate di cibo che vengono gettate ogni anno abbiano un impatto negativo sulla produzione di gas serra.
Diviene ancora più importante, quindi, avviare processi virtuosi per incentivare da una parte politiche di recupero degli scarti organici, per la maggior parte gettati ancora in discarica, attraverso l’impiego di fonti rinnovabili e di tecnologie nei processi di smaltimento, e dall’altra di puntare sempre di più sul risparmio energetico, in senso più ampio.
Non basta diminuire e ridurre gli sprechi attraverso lo sviluppo delle rinnovabili e di soluzioni innovative di approvvigionamento di energia, ma occorre creare nuovi modelli di vita e di sviluppo che consentano di raggiungere la piena sostenibilità del sistema.
Una sfida che condividiamo e sosteniamo giorno dopo giorno, insieme a voi.