Diagnosi energetica e APE: da obbligo a opportunità
Che differenza c’è tra certificazione o diagnosi energetica e APE lo sanno tutti, ma pochi intuiscono che siano anche un’opportunità oltre che un obbligo normativo.
In CO2save abbiamo colto che APE e diagnosi energetica sono strumenti strategici se inseriti all’interno di un progetto di efficientamento e riqualificazione energetica. Cambiando la prospettiva, come amiamo fare, i dati e i risultati, che questi due obblighi normativi offrono, possono diventare la base per un circolo virtuoso in cui il nostro focus energetico funzionale assume un ruolo chiave per l‘accesso agli incentivi fiscali del Conto Termico o alle certificazioni LEED e BREAM o al rating ESG.
In sintesi, il focus energetico funzionale CO2save unisce, ai dati parziali di APE e diagnosi energetica, elaborazioni e valutazioni aggiuntive, che permettono non solo di avere un quadro tecnico ed energetico e un piano d’azione mirati, ma anche un’analisi economica degli interventi da sostenere e il payback degli investimenti.
Ma andiamo con ordine, illustrandovi il caso di un nostro cliente del settore retail con una catena di negozi in tutto il territorio nazionale, che ha eseguito il focus energetico su uno dei punti vendita in provincia di Milano.
Sappiamo che negli spazi adibiti alla vendita al pubblico, il comfort termico è molto importante: un focus energetico funzionale dell’immobile era essenziale per capirne il livello di efficienza energetica.
Grazie al focus energetico funzionale abbiamo analizzato l’edificio dal punto di vista energetico e impiantistico per individuare eventuali criticità. Dalla mappatura dei consumi risultavano elevati consumi di gas durante il periodo invernale, mentre dal rilievo degli impianti risultava evidente la loro obsolescenza dovuta all’usura del tempo.
Considerando gli eccessivi consumi e gli impianti ormai datati, era evidente la necessità di sostituire questi impianti con altri più efficienti e meno inquinanti. Fra le proposte migliorative del focus energetico risultava la sostituzione dei generatori di calore esistenti con una pompa di calore.
Questo tipo di intervento dà modo di accedere all’incentivo del Conto Termico: nel caso delle grandi imprese, come il nostro cliente, consente di avere un ritorno fino al 45% delle spese ammissibili nelle quali rientrano la fornitura e posa in opera della pompa di calore, gli oneri progettuali e di cantiere e il costo della pratica stessa. Opportunità che il cliente ha colto subito.
Uno dei documenti necessari per accedere al Conto Termico è la diagnosi energetica che analizza l’annualità precedente all’intervento di sostituzione delle macchine e lo stato di fatto e propone interventi di efficientamento energetico, analizzando i consumi energetici, la struttura dell’immobile e le prestazioni degli impianti. Nel caso del nostro cliente la diagnosi energetica era obbligatoria, ma è risultata doppiamente utile perché da un lato ha consentito di assolvere a un obbligo e dall’altro ha fornito la documentazione tecnica per avviare la pratica per il Conto Termico.
L’iter burocratico del GSE per attestare la riqualificazione richiede anche un altro documento da presentare: l’attestato di prestazione energetica (APE). Questo certificato è sempre obbligatorio dopo gli interventi di riqualificazione energetica se si richiede l’accesso a detrazioni fiscali o incentivi statali. L’APE, come la diagnosi energetica, viene redatto da tecnici professionisti abilitati che provvedono alla modellazione dell’edificio e all’emissione del certificato con la nuova classe energeticadell’edificio dopo gli interventi svolti.
Ma tutto questo, che benefici ha portato economicamente?
Nel caso specifico, l’immobile riqualificato aveva una superficie riscaldata pari a 3.020 m2 e si sviluppava su due piani. Il consumo annuo di energia elettrica era di circa 510.200 kWh e quello di gasolio di 11.000 litri. In totale il negozio spendeva all’anno circa 95.000,00 € fra bollette di luce e gasolio. L’incentivo ottenuto grazie al Conto Termico è stato di circa 181.000,00 € pari al 45% della spesa complessiva dei lavori di riqualifica di 402.200,00 € .
In conclusione possiamo dire che vedere gli obblighi di legge come opportunità certamente è una chiave di lettura che CO2save ha sapientemente utilizzato per trasformare una semplice conformità normativa in una leva per la riqualificazione energetica e per l’ottenimento di vantaggi economici sostanziali. I risultati parlano chiaro: gli investimenti in efficienza energetica, guidati da un’approfondita diagnosi e da un attento sfruttamento degli incentivi disponibili, non solo migliorano il bilancio energetico degli edifici, ma si rivelano anche strategie vincenti per un futuro sostenibile e per la salute finanziaria delle aziende.
Questa news è stata redatta dagli esperti di CO2save, raccogliendo dati e casi reali dei nostri clienti.