Energia elettrica “salata” per le imprese italiane: + 22,8% rispetto agli altri Paesi europei

Energia elettrica “salata” per le imprese italiane: + 22,8% rispetto agli altri Paesi europei

Uno studio della CGIA di Mestre rivela che, per ogni 100 euro spesi per l’energia elettrica, le PMI sostengono una tassazione di 45 euro. In sostanza, nel primo semestre 2016 per le piccole e medie imprese italiane il costo dell’energia elettrica è il 22,8% superiore rispetto alla media delle altre imprese europee.

Il divario, tuttavia, appare ancora più evidente, analizzando il costo dell’energia Paese per Paese: in Italia l’energia elettrica costa il 122,8% in più rispetto alla Finlandia, il 53,7% in più rispetto alla Francia, il 48,3% in più rispetto all’Austria, come mostra la tabella di seguito.

 

Energia elettrica “salata” per le imprese italiane: + 22,8% rispetto agli altri Paesi europei


La differenza così marcata tra i vari Paesi europei è riconducibile alla diversa incidenza della tassazione, che in Italia raggiunge il 44,8%, il 10% in più rispetto al 34,8% degli altri Stati europei: infatti, su 100 euro spesi in energia, le tasse e gli oneri contano ben 45 euro.

Se l’energia costa di più, quindi, è solo per la componente fiscale più elevata: dal 2011 al 2015 la componente parafiscale degli oneri generale dell’energia elettrica è aumentata da 7,5 miliardi a 15,8 miliardi, facendo di fatto lievitare la tassazione.

 

Energia elettrica “salata” per le imprese italiane: + 22,8% rispetto agli altri Paesi europei

 

 

È da sottolineare subito, però, un andamento positivo. Infatti, dal 2012 al 2106 si registra un calo del divario del costo medio dell’energia elettrica tra Italia e resto dell’Europa: nel 2012 si è raggiunto il picco massimo del 46%, mentre nel 2016 si è scesi al 22,8%. Questo miglioramento è legato principalmente alla diminuzione del prezzo, al netto di tasse e oneri, del 26,5%.

L’analisi della CGIA di Mestre ha preso come campione le imprese che rappresentano la fascia di consumo più rappresentativa, ossia quelle che hanno registrato consumi elettrici compresi tra i 500 MWh e i 2.000 MWh annui. Facendo, quindi, un raffronto tra quanto pagano in bolletta le PMI e le grandi imprese, risulta che le piccole e medie imprese sono più penalizzate, perché pagano l’energia elettrica il 67,9% in più delle grandi imprese.

 

Energia elettrica “salata” per le imprese italiane: + 22,8% rispetto agli altri Paesi europei

 

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