Errata fatturazione energia elettrica, come conciliare?
Ogni lasciata è persa o chi la dura la vince…anche nei casi di errata fatturazione di energia elettrica.
Non parliamo di una gara di proverbi, ma di come siamo riusciti a far recuperare a un nostro cliente 150.000 euro per errate fatturazioni di energia elettrica, anche a costo di finire in tribunale.
Ci sono voluti ben 4 anni (chi la dura …) e la voglia di intraprendere una causa legale quando la conciliazione non è andata a buon fine (ogni lasciata…) per convincere il tribunale che avevamo ragione. Il premio? 150.000,00 euro in contanti, con l’accordo sereno delle parti e senza andare in aula di giustizia.
Con il nostro servizio SCOOBA ci dedichiamo a tutto ciò che riguarda i contratti di fornitura di energia elettrica, gas e acqua:
– le gare di acquisto;
– l’analisi – alla prima bolletta – della correttezza della fatturazione;
– il controllo di gestione, che parte dalla definizione di un budget mensilizzato e si sublima nella reportistica trimestrale e nell’atterraggio di fine anno.
Il cuore di tutto ciò è la ricostruzione della bolletta: si parte dai consumi (kWh), si aggiungono gli oneri passanti, le accise, gli extra, l’IVA e con “solo” 36 voci di definisce un valore finale.
Un impiegato amministrativo che gestisce vari fornitori e qualche centinaio di fatture al mese per la propria azienda potrà mai essere in grado di valutare se tra le 36 righe di una bolletta non c’è un errore, una svista, una ripetizione, un dolo?
Sicuramente no. Per fortuna i nostri energy manager sono anche dei controller specializzati nell’analisi dei costi energetici e possono contare sulle potenzialità del software di analisi che abbiamo sviluppato in questi anni e che evidenzia con una certa velocità le eventuali anomalie. Il trattare, poi, migliaia di bollette ha fatto sì che l’occhio degli energy manager sia diventato davvero acuto.
È quello che è capitato nel trattare le bollette di un nostro cliente – una catena retail con più di 50 Pod – per il quale abbiamo riscontrato alcuni importanti errori di fatturazione. In particolare, il fornitore fatturava due volte lo stesso importo, assorbendolo in una delle tante voci di cui abbiamo parlato.
Stimolati dalle prime evidenze abbiamo analizzato voce per voce i contratti di fornitura che si sono susseguiti negli anni, riscontrando anche una mancata applicazione di sconti concordati.
Abbiamo assunto la rappresentanza del cliente e ci siamo rivolti dapprima ad Arera, ente presso il quale è predisposto lo sportello di conciliazione. Gli incontri – almeno tre – sono stati infruttuosi: il fornitore non ha riconosciuto gli errori, ne ha anzi rivendicato la correttezza e non ha ritenuto di dover transare, se non per importi oggettivamente irricevibili a titolo di mero rimborso spese.
Un po’ spiazzati da questo atteggiamento, ma fiduciosi delle nostre valutazioni, abbiamo convenuto con il cliente di iniziare un iter giudiziario, che sappiamo in Italia non essere sempre veloce e lineare.
Si tratta di una materia molto articolata, in cui le interpretazioni e i calcoli possono facilmente confondere: avere uno studio legale preparato in materia e con cui la consuetudine è forte è stato sicuramente di notevole aiuto, se non altro per essere certi che anche i nostri avvocati potessero comprendere fino in fondo la portata dei rilievi.
Per dare forza alla nostra posizione e spinti in questo senso dai legali, abbiamo rifatto tutti i calcoli, redatto due perizie asseverate e predisposto qualche decina di tabelle a supporto; mesi di lavoro necessari a dare certezza aritmetica alle nostre richieste.
Sebbene si viva nell’era digitale, qualche trasferta presso il perito del tribunale, cui il giudice non ha potuto che rivolgersi, è stata necessaria.
Le discussioni, pur nel solco della correttezza, sono state anche accese e sostenere un dibattimento tra le parti non è scontato. Non abbiamo certo partecipato a una puntata di “Un giorno in pretura”, ma un energy manager si trova certamente a proprio agio più con numeri, ampère e kWh che con prove e confutazioni.
Che gioia quando il Perito alla fine si è espresso e ha accettato le nostre valutazioni, dandoci ragione. In primis perché abbiamo visto una parte terza riconoscerci una professionalità di assoluto rilievo, in secondo luogo perché la responsabilità che sentivamo nei confronti del cliente ci ha indubbiamente coinvolto emotivamente.
Oltre alla gloria, poi, valga il risultato: 150.000 euro di rimborso riconosciuti, prontamente bonificati dal fornitore dopo qualche firma tra avvocati per i documenti del caso.
In conclusione, per un perfetto contro controllo di gestione dei costi energetici servono:
- aggiornamenti quotidiani su prezzi e regole;
- un software specifico;
- energy manager preparati ed allenati;
- la pazienza certosina tipica del controller.
Noi ci alleniamo tutti i giorni, certi che possa essere un valido aiuto per tutte le aziende che hanno deciso di considerare i costi energetici una risorsa gestibile e non un onere subito e incomprimibile.
Questa news è stata redatta dagli esperti di CO2save, raccogliendo dati e casi reali dei nostri clienti.